Tutti i divani sono comodi!
(sarà vero?)
Quando si parla di comodità viene subito in mente un divano o una poltrona.
Una persona stanca sedendosi su un divano qualsiasi ha subito una sensazione di benessere; pertanto il binomio comfort / divano è praticamente dato per scontato.
Ma non è così. Anche una sedia è comoda per il tempo di un pranzo, ma dopo un po’ non vediamo l’ora di alzarci e fare 2 passi!
E’ vero che probabilmente i produttori di divani cercano di ottenere il massimo comfort dal modello che stanno creando (anche se non darei proprio per scontato questo atteggiamento), ma alcuni modelli hanno un limite alla comodità predestinato, imposto da:
- forma / design
- dimensioni / proporzioni
- economicità / prezzo
- inserimento del letto
- abilità del prototipista
Partiamo dalla definizione di comfort di Wikipedia. Questo il testo in sintesi:
Il comfort viene definito come l’insieme di sensazioni piacevoli […], che ci procurano una sensazione di benessere in una determinata situazione: per es., quando siamo seduti oppure ci troviamo in un ambiente ventilato […]
Secondo questa definizione, il comfort sarebbe dunque una condizione del tutto soggettiva, impossibile da misurare. Se accettiamo questa definizione si ha per conseguenza che non si può realizzare, per esempio, un sedile che sia giudicato confortevole da tutti.
Allo scopo di giungere ad una definizione del comfort che ne sostenga l’oggettività, è necessario affrontare il problema da un punto di vista fisico. Accettare la definizione del comfort come oggettivo è importante perché può portare a ridisegnare, per esempio, i sedili di ogni genere in maniera innovativa e corretta sotto il profilo ergonomico (cioè del “funzionamento”) in modo da conferire loro l’unico requisito di cui difettano, cioè il comfort.
[…] Possiamo definire paradossalmente il comfort oggettivo come l’assenza della sensazione di fatica muscolare, particolarmente dei muscoli lombari nella posizione seduta.
Ora abbiamo un argomento dal quale iniziare.
I divani non sono tutti ugualmente comodi! Chiaramente dal punto di vista soggettivo perché è impossibile creare una seduta ideale per tutti sia per un individuo robusto che per uno esile, sia per una persona alta che una bassa, ma anche dal punto di vista oggettivo. Come lo sappiamo? Osserviamo anche solo il nostro comportamento.
Siamo comodamente seduti sul divano, ma dopo un po’ (memorizzate per cortesia questo tempo – pochi minuti?) facciamo sicuramente un movimento: ci giriamo da un lato, accavalliamo una gamba, raddrizziamo la schiena, scivoliamo sulla seduta e mille altri movimenti, fino anche alla necessità di alzarsi! E tutto questo in poco più di 2 ore di film. Questi sono i classici segnali di disagio che il nostro apparato muscolare ci invia – in quanto affaticato – chiedendoci di cambiare la nostra posizione per evitare il persistere del problema.
Ma creare un buon comfort come si fa? Ma soprattutto come creare un comfort per tutti se già nella premessa è chiaro che questo non è possibile?
Partiamo dal primo punto.
Il comfort di un divano si crea sicuramente con:
- il molleggio alla base della seduta (fasce elastiche o doghe o altro)
- le imbottiture del sedile e dello schienale (rigidità, morbidezza, sostegno, tipologia, densità, elasticità)
- le proporzioni del divano (altezza da terra, profondità della seduta, altezza dello schienale, inclinazione)
Parliamo dunque del molleggio della seduta. Nella maggior parte dei casi è creato con fasce (o cinghie) elastiche. La cinghia elastica è un nastro tessuto con gomma e filo di polipropilene con particolari caratteristiche di allungamento ed elasticità. Viene applicata sul fusto, sulla struttura del divano.
Sul molleggio si appoggia il cuscino di seduta. Le sue proprietà incidono notevolmente sul comfort finale. Pensate che basta inserire una sola fascia in più (specialmente in orizzontale) per un comfort nettamente più rigido. O semplicemente “tirare” di più le cinghie per un comfort più rigido o “tirarle” meno per una maggiore morbidezza.
Quello che vedete è il molleggio corretto dei divani Cuborosso.
- Le fasce sono disposte a pochi cm. l’una dall’altra, una distanza corretta
- vengono “tese” con una tensione stabilita, corretta e proporzionata per ogni modello,
- sono fissate al legno della struttura con punti metallici,
- sono intrecciate, cioè disposte in orizzontale ed in verticale.
Lo sapevate che le cinghie:
- possono essere di vario tipo, anche molto scadenti, con pochissima elasticità,
- possono essere disposte molto più larghe e in un solo senso per risparmiare diversi mt
- possono essere tese manualmente in modo poco corretto
- possono essere fissate sul truciolare anziché sul legno con la forte probabilità di un distacco con l’uso e con il tempo.
Controllate da soli quando potete. Nei divani sfoderabili, alzate il cuscino di seduta, sentite le cinghie con la mano, fate pressione e provate il molleggio!
Dopo aver valutato un buon molleggio, dobbiamo ora valutare le imbottiture. Le imbottiture3 sono generalmente costruite con una parte predominante in poliuretano espanso. Tengo particolarmente a questo punto perché qui si fa la differenza:
Le imbottiture di maggior qualità hanno un comfort superiore ed una resa migliore nel tempo rispetto alle imbottiture di minor qualità.
E costano di più! (purtroppo)
Le imbottiture di qualità hanno poliuretano con una maggiore densità, le imbottiture di maggiore densità possono essere perfezionate con una migliore elasticità e una migliore portanza.
Le imbottiture di maggior qualità mantengono a lungo le loro caratteristiche fondamentali prima di deteriorarsi e non cedono dopo pochi mesi, illudendo con una falsa morbidezza=comfort che altro non è che una quasi totale perdita di portanza!
Ecco qui il punto focale di tutta la questione. Tutti i divani quando sono nuovi e per un breve periodo successivo, non hanno grandi problemi di tenuta e noi ci stiamo seduti bene, ma dobbiamo sapere come si comporteranno nel tempo!
La compressione provocata dal peso del nostro corpo provoca un primo cedimento, dovuto alla rottura delle cellule interne. Si tratta di un assestamento iniziale, comune a tutte le imbottiture nuove. Nessun allarme, è un fenomeno normale e tutte più o meno dopo 10/15 giorni o un mese sono più morbide, ma questo non è sintomo di particolari segni di cedimento. L’imbottitura diventa più morbida rispetto a quella acquistata ma se vogliamo è anche più confortevole.
Con il passare dei mesi però, con un uso continuo e prolungato, magari anche intensivo del divano (es. una famiglia intera), i segni di cedimento si fanno sentire, eccome! Ogni giorno si esercita una pressione, ogni giorno si comprime per ore l’imbottitura, ogni giorno il poliuretano cede inevitabilmente di un pochino.
Il problema principale che si manifesta è la perdita di portanza, il poliuretano si fa molle come una spugna. La morbidezza può apparire gradevole, ma in realtà stiamo parlando di un problema serio di perdita quasi totale di sostegno. Se il divano è in pelle, l’eccessiva trazione a cui si sottopone la pelle della seduta provoca l’indesiderato “effetto sedere” o “arricciamento” che fa apparire il divano vecchio e usurato. La pelle semplicemente si estende troppo per la eccessiva compressione.
“Eppure quando l’ho comprato il divano era particolarmente ‘duro’ e sembrava offrire grande garanzia di lunga durata. Le premesse c’erano tutte ma … le imbottiture hanno ceduto in modo eccessivo…e in poco tempo. Ma ormai lo tengo così! …” e per i successivi 3/5/7 anni sei costretto a sederti su un divano scomodissimo!
C’è una spiegazione. Il problema è dovuto unicamente al fatto che le imbottiture erano “dopate” – il termine rende bene l’idea -. Praticamente su poliuretani di scarsa densità, si usano degli additivi che le fanno sembrare di una certa consistenza e quindi inducono a pensare ad una alta densità ed una lunga durata. Ma sono solo imbottiture apparentemente robuste, quel tantino di utilizzo già basta a far svanire l’effetto “doping” e le imbottiture si rivelano per quello che sono. Economiche e di scarsa qualità.
La moderna tecnologia permette oggi particolari evoluzioni nei poliuretani e nella costruzione dei sedili. Quella che vedete qui sotto è una imbottitura speciale Cuborosso che prevede l’utilizzo di molle e poliuretano espanso. Quanto incide questo tipo di imbottitura sul comfort! Troppo facile dire ‘moltissimo’ per noi che siamo del settore, vorrei solo darvi la possibilità di provare la differenza.
Potete notare sulla parte superiore della seduta (e anche dello schienale) uno strato morbido che può essere di diversi materiali. E’ l’ultimo strato del cuscino e può essere di un particolare materiale sintetico tipo cotone o anche una lastrina di un poliuretano speciale, detto Memory Foam. Quest’ultimo si adatta molto al corpo della persona ed evita la resistenza alla compressione delle parti del corpo a contatto, in particolare le gambe e i glutei. Tutto ciò consente una buona circolazione sanguigna e limita notevolmente l’effetto indolenzimento, aumentando notevolmente il comfort.
Tutti i produttori cercano di trattare l’argomento comfort nel migliore dei modi ma chi ci riesce? Onestamente, chi punta al prezzo difficilmente può lavorare sul comfort in maniera ottimale. Faranno il possibile, in quanto l’argomento è molto importante per la vendita, ma dal peso di una seduta o anche semplicemente guardando una imbottitura particolarmente scarna, senza morbidezza, senza forma, si capisce subito che il prodotto non ha avuto origine per generare il comfort, ma unicamente per avere un prezzo di vendita molto accattivante
Cuborosso ha preso per mano il problema e propone la massima soluzione in fatto di comfort con un approccio scientifico cercando sia di risolvere il comfort soggettivo che quello oggettivo, offrendo una soluzione ottimale per ogni individuo.
Cosa propone il rivenditore cuborosso diversamente dagli altri negozi? Semplicemente la possibilità di scegliere il comfort e personalizzarlo in base alle proprie esigenze, scegliendo tra diverse tipologie e combinazioni.
Una vera e propria sala prove (come una sala prototipi dell’azienda), vi aspetta in ogni Store con lo scopo di poter offrire un comfort personalizzato che aggiunga al comfort oggettivo di ogni singolo componente, anche il comfort soggettivo grazie alla possibilità di inter cambiare le diverse tipologie di seduta su ogni singolo modello.